di Nicolas Laos*
Anche se ci sono diverse varietà e interpretazioni del transumanesimo, si possono, in effetti, identificare alcuni temi centrali, valori e scopi che determinano l’identità del transumanesimo come movimento e sistema filosofico. Secondo le domande transumaniste, disponibili sul sito ufficiale di Humanity+ (un’organizzazione educativa no-profit con sede a Los Angeles “dedicata all’elevazione della condizione umana”), il transumanesimo può essere definito come segue:
- Il movimento intellettuale e culturale che afferma la possibilità e la desiderabilità di migliorare fondamentalmente la condizione umana attraverso la ragione applicata, specialmente sviluppando e rendendo ampiamente disponibili tecnologie per eliminare l’invecchiamento e per migliorare notevolmente le capacità intellettuali, fisiche e psicologiche dell’uomo.
- Lo studio delle ramificazioni, delle promesse e dei potenziali pericoli delle tecnologie che ci permetteranno di superare i limiti umani fondamentali, e lo studio correlato delle questioni etiche coinvolte nello sviluppo e nell’uso di tali tecnologie. Il transumanesimo può essere visto come un’estensione dell’umanesimo, da cui è parzialmente derivato. Gli umanisti credono che gli esseri umani siano importanti, che gli individui siano importanti. Potremmo non essere perfetti, ma possiamo migliorare le cose promuovendo il pensiero razionale, la libertà, la tolleranza, la democrazia e la preoccupazione per i nostri simili. I transumanisti sono d’accordo con questo, ma sottolineano soprattutto ciò che abbiamo: il potenziale per operare. (Online: LINK)
La suddetta definizione si basa sul lavoro scientifico di Max More, presidente e amministratore delegato della Alcor Life Extension Foundation, e Natasha Vita-More, uno dei maggiori esperti di potenziamento umano e di tecnologie emergenti e speculative, nonché professore all’Università di Tecnologia Avanzata. Insieme hanno co-editato il libro The Transhumanist Reader (West Sussex: John Wiley and Sons, 2013).
In termini generali, il “transumanesimo” si riferisce a un divenire storico nel cui contesto l’umanità è in transizione per diventare qualcosa di superiore attraverso:
- l’ulteriore evoluzione dell’essere umano stesso,
- la fusione tra aspetti dell’umanità e dell’intelligenza artificiale (per esempio, l’uso di algoritmi e software complessi al fine di emulare la cognizione umana nell’analisi, interpretazione e comprensione di dati medici e sanitari complicati; le tecnologie di produzione di organi bioartificiali; il sistema chirurgico robotico “Da Vinci”, sviluppato da Intuitive Surgical, Fitbit e Apple, e altri tracciatori per la salute che monitorano la frequenza cardiaca, i livelli di attività e di sonno, così come i tracciati ECG; Watson Health di IBM, che aiuta i medici a identificare in modo efficiente i sintomi di malattie cardiache e cancro; terapie genetiche, ecc.),
- e il miglioramento delle condizioni esistenziali esterne dell’umanità attraverso l’utilizzo dei progressi tecnologici (come l’ingegneria genetica, organismi geneticamente modificati, robotica, fusione nucleare, tecnologie spaziali, ecc.).
Il suddetto approccio al transumanesimo ha le seguenti tre implicazioni principali:
- mentre il postumanesimo mira a cambiare l’essere umano in un diverso tipo di essere ed è spesso associato all’algoritmizzazione della vita umana, il transumanesimo mira a permettere all’essere umano di attualizzare il suo potenziale ontologico in modo rigoroso e completo, attraverso vari metodi di potenziamento spirituale e materiale. Tutto ciò, quindi, non promuovendo l’algoritmizzazione della vita umana, ma al contrario rafforzando la creatività umana;
- dunque, non solo il transumanesimo è diverso dal postumanesimo, ma può essere considerato come un tentativo di rendere l’umanità ancora più umana e, quindi, come qualcosa di chiaramente opposto al postumanesimo, nel senso che il transumanesimo può essere interpretato come una rigorosa e completa riqualificazione ontologica dell’essere umano, mentre il postumanesimo si approssima al tentativo sistematico di degradare ontologicamente l’essere umano, fino a trasformarlo in un essere bio-meccanico completamente algoritmabile;
- lungi dal negare la spiritualità, il transumanesimo è un’espressione della creatività dello spirito umano, poiché sia la visione transumanistica dell’evoluzione dell’umanità sia la tecnologia procedono dallo spirito umano e lo esprimono. In fondo la tecnologia consiste nell’integrazione delle idee nella materia e nella ristrutturazione del mondo materiale secondo l’intenzionalità della coscienza umana.
Come risultato del suddetto approccio al transumanesimo, ed in contrasto con il postumanesimo, questo movimento e sistema filosofico non mira a disumanizzare l’umanità e a trasformarla in un altro tipo ontologico, ma mira a trasmutare lo stato d’essere dell’umanità in uno stato d’essere superiore, nel contesto di un duplice processo che consiste, in primo luogo, nel miglioramento ontologico dell’umanità e, in secondo luogo, nell’intensificazione dell’impegno dell’uomo a trasmutare lo stato d’essere dell’umanità in uno stato d’essere superiore nel contesto di un duplice processo che consiste, in primo luogo, nel miglioramento ontologico dell’umanità e, in secondo luogo, nell’intensificazione della presenza dell’umanità (cioè dell’essere umano in quanto tale) nel mondo.
Il termine “trasmutazione” è un concetto alchemico che significa il tentativo di comprendere i “logoi” (cioè le cause efficienti e finali) degli esseri e delle cose al fine – in ultima analisi – di purificare e perfezionare ontologicamente gli oggetti materiali e la stessa umanità. In primo luogo l’alchimia è legata alle pratiche che venivano utilizzate nell’Egitto greco-romano dagli orafi e dagli altri artigiani dei metalli, che avevano sviluppato tecniche per dipingere i metalli in modo da farli sembrare oro; in secondo luogo l’alchimia è legata alla teoria dell’unità della materia (originata dai filosofi greci presocratici), secondo la quale tutte quelle cose che siamo abituati a chiamare “diversi tipi di materia” derivano primordialmente da un tipo di materia primaria (in latino, “prima materia“), il cui simbolo alchemico è l’Ouroboros, cioè un serpente-drago che si mangia la coda; in terzo luogo l’alchimia è legata al principio aristotelico che ogni arte è e deve essere “mimesis“, nel senso che – precisamente secondo la Poetica di Aristotele – l’arte è “empatica” (cioè raccordo delle cose empiriche all’idea che ne costituisce il tipo universale), e la mimesis è “la costituzione delle cose” (in greco, “he ton pragmaton systasis“); in quarto luogo l’alchimia è legata all’antico concetto greco di “empatia cosmica”, simboleggiato ancora una volta dall’Uroboro.
Nel contesto dell’antica medicina greca, secondo il corpus ippocratico (De alim., 23:1), la simpatia si riferisce alla relazione tra le diverse parti del corpo, in particolare, si riferisce al fatto che, quando una parte del corpo umano in qualche modo soffre, anche un’altra parte può essere colpita. Nel contesto della sociologia greca antica, secondo la Politica di Aristotele, l’empatia si riferisce anche al fatto che le persone possono condividere i sentimenti dei loro concittadini. Inoltre, durante il periodo ellenistico, i filosofi stoici, come Crisippo e Posidonio, svilupparono il concetto di “empatia cosmica”, per descrivere l’interconnessione tra le diverse parti dell’universo.
Nello studio dell’alchimia, la pratica e l’esperimento sono necessari, aprendo così la strada alla moderna scienza naturale, ma queste devono essere precedute dalla conoscenza teorica, che costituisce l’aspetto filosofico o spirituale dell’alchimia. In generale, l’alchimia ha due aspetti: quello materiale e quello spirituale. L’argomento che l’alchimia fosse solo una forma primitiva di chimica è insostenibile per chiunque abbia familiarità con le opere scritte dei suoi principali adepti. Inoltre, l’argomento che l’alchimia sia solo un insieme di insegnamenti filosofici e teologici e che i riferimenti chimici degli alchimisti siano solo allegorie è ugualmente insostenibile da chiunque abbia familiarità con la storia dell’alchimia, poiché molti degli adepti più importanti dell’alchimia hanno dato contributi significativi alla chimica, mentre non sono stati notevoli come insegnanti né di filosofia né di teologia; nel Dictionnaire Mytho-Hermétique di Antoine-Joseph Pernety (Parigi: Delalain, 1787), si può trovare una spiegazione molto importante dei termini alchemici sul piano materiale.
Ethan Allen Hitchcock’s Remarks upon Alchemy and the Alchemists (originariamente pubblicato nel 1857; ristampato da Forgotten Books/FB&c Ltd, Londra, 2015) è una delle più importanti fonti occidentali per lo studio della storia e del significato dell’alchimia. Dal punto di vista della chimica moderna, un “elemento” è definito come un corpo che è sostanzialmente diverso da tutti gli altri, pur avendo carattere costante in sé, e che è indivisibile se non in parti di sé. Tuttavia, gli elementi degli alchimisti, cioè il Fuoco, l’Aria, la Terra e l’Acqua, sono tipi di quattro modi di forza o materia, e rappresentano stati che sono reciprocamente correlati e dipendenti, in accordo con il già citato concetto greco antico di “empatia cosmica”. In particolare, nel contesto dell’alchimia, valgono le seguenti corrispondenze:
Fuoco-Calore-Secchezza
Aria-Calore-Umidità
Terra-Freddo-Secchezza
Acqua-Freddo-Umidità
Le suddette corrispondenze alchemiche si basano sulla filosofia naturale di Aristotele, secondo la quale la materia, semplice o combinata con i suoi sviluppi, può esistere in ognuno di questi stati.
Oltre ai suddetti quattro stati elementari, gli alchimisti fanno riferimento ai minerali e ai sette metalli, come forme di materia essenzialmente stabili, tranne che nelle mani di un alchimista esperto, che potrebbe compiere la Grande Opera, cioè la trasmutazione di uno di essi in un altro. Per il processo alchemico di trasmutazione era necessaria una sostanza, precisamente la Pietra Filosofale, conosciuta anche come Quintessenza e come Figlio del Sole. Questa doveva essere derivata dal Mercurio Filosofico, dal Sale Filosofico e dallo Zolfo Filosofico, che per putrefazione o calcinazione, diventava Nero, e poi con ulteriori processi Bianco, e, infine, si raggiungeva il Rosso della Perfezione. Nei testi alchemici medievali, la sublimazione o volatilizzazione di una sostanza è chiamata Aquila Bianca, mentre l’Aquila Nera si riferisce alla putrefazione, con la quale si intende la conversione per calore di sostanze o liquidi disciolti in una forma di sedimento o precipitato, o di sostanze fuse in scorie o in una forma di cenere. Così, uno dei principi alchemici più noti è “Solve et Coagula“, che significa o sciogliere e precipitare dalla soluzione, o fondere e solidificare. La citata Pietra Filosofale era la chiave della trasmutazione, poiché, secondo gli alchimisti, con il potere della Pietra Filosofale, si poteva cambiare una forma di materia in un’altra: Il piombo poteva essere trasmutato in Argento, chiamato da loro la Luna (in latino, “Luna“) o la Regina, mentre l’Argento poteva essere trasmutato in Oro, chiamato da loro il Sole (in latino, “Sol“) o il Re (importanti aspetti della cosiddetta Alchimia Superiore sono stati illustrati da Anna Kingsford (1846-88) e dal suo collaboratore Edward Maitland; inoltre, si veda: Louis Figuier, L’Alchimie et les Alchmistes, Paris: Hachette, 1856, ristampato da Éditions Denoël, Paris, 1970; Albert Poisson, Théorie et Symboles des Alchimistes, Paris: Bibliothèque Chacornac, 1891, ristampato da Éditions Traditionnelles, Parigi, 1991).
Sul piano simbolico e filosofico, il principio alchemico “Solve et Coagula“, cioè “volatilizza e fissa”, può essere interpretato come segue: l’anima decaduta si fissa nella materia, e, in particolare, la mente coagulata e incatenata dal mondo sensuale subisce la conseguente perdita del potere di comunione spirituale diretta con Dio; con la morte mistica, appunto, essendo morta al mondo sensuale, e gettando via le passioni animali del corpo, la mente viene liberata dalla sua schiavitù e diventa partecipe delle energie increate di Dio. I principi alchemici Sole e Luna, che in chimica corrispondono rispettivamente a Oro e Argento, simboleggiano rispettivamente l’anima e il corpo dell’uomo. I principi alchemici Mercurio, Sale e Zolfo simboleggiano rispettivamente il principio attivo, il principio passivo e la loro sintesi. Inoltre, quando gli alchimisti sostengono che, con il tempo e la forza, il Drago Nero della putrefazione può diventare il Cigno Bianco della purezza, si riferiscono ad un cambiamento mentale (in greco, “metanoia“), precisamente, al ritorno della mente al cuore e alla liberazione della mente dalla sensazione corporea.
I testi del Corpus Hermeticus, che costituiscono la base dell’Ermetismo, sono testi sapienziali greco-egiziani del secondo e terzo secolo d.C. che si presentano per lo più come dialoghi in cui un maestro, generalmente identificato come Ermete Trismegisto (“Ermete tre volte grande”), illumina un discepolo; inoltre, si veda: Willis Barnstone, ed., The Other Bible: Jewish Pseudepigrapha, Christian Apocrypha, Gnostic Scriptures, Kabbalah, Dead Sea Scrolls, San Francisco: Harper, 2005). In particolare, secondo la cosmologia ermetica, c’è una relazione reciproca tra il mondo fisico (il “microcosmo” fisico) e il mondo spirituale (il “macrocosmo” spirituale): il mondo è un tutto, e la creazione può essere compresa comprendendo che le realtà terrene rispecchiano imperfettamente le realtà superne, in accordo con la massima ermetica “come sopra, così sotto”.
Sir Isaac Newton ha tradotto la Tavola di Smeraldo – uno dei pezzi più importanti degli Hermetica, che si ritiene contenga il segreto della “prima materia” e della sua trasmutazione – come segue:
È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della cosa unica. E come tutte le cose sono nate da una sola per la mediazione di una sola: così tutte le cose nascono da questa unica per adattamento. Il sole è suo padre, la luna sua madre, il vento l’ha portata nel suo grembo, la terra è la sua nutrice. Il padre di tutte le perfezioni del mondo intero è qui. La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in terra. Separerai la terra dal fuoco, il sottile dal grossolano dolcemente con grande industria. Sali dalla terra al cielo, ridiscendi sulla terra e ricevi la forza delle cose superiori e inferiori. Con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e tutte le oscurità voleranno via da te. La sua forza è al di sopra di ogni forza. Perché vince ogni cosa sottile e penetra ogni cosa solida. Così fu creato il mondo. Da ciò deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo (o processo) è qui. Perciò sono chiamato Ermete Trismegisto, avendo le tre parti della filosofia del mondo intero. Ciò che ho detto dell’operazione del Sole è compiuto e finito. (B. J. T. Dobbs, “Newton’s Commentary on the Emerald Tablet of Hermes Trismegistus,” in Hermeticism and the Renaissance, a cura di Ingrid Merkel e Allen G. Debus, Washington: Folger Shakespeare Library, e Londra: Associated University Presses, 1988, Parte 2, p. 183).
Il più antico testo conosciuto della Tavola di Smeraldo è stato datato intorno all’ottavo secolo d.C. Possiamo trovarlo in due testi arabi: il Kitab-i Sirri Al-Halika, che fu scritto nell’ottavo secolo d.C. dal polimatico e alchimista arabo Jabir ibn Hayyan (in Occidente, il suo nome fu latinizzato in “Geber”), e il Kitab Sirr Al- Asrar, che era un testo arabo del X secolo d.C. tradotto in latino nel XII secolo come Secretum Secretorum (il Segreto dei Segreti). Il principio ermetico “come sopra, così sotto; come sotto, così sopra” si riferisce all’interazione tra spirito e materia così come all’interazione tra pensiero e forma. Nel linguaggio dell’alchimia, questo principio è legato e rappresentato dalla “distillazione”. La distillazione è il processo di separazione dei componenti o delle sostanze da una miscela liquida attraverso l’ebollizione selettiva e la condensazione (per esempio, questo è il metodo con cui si producono il brandy e altri “liquori”): gli alchimisti si riferiscono al gas che si libera durante la fase di vaporizzazione come lo “spirito” (che rappresenta i nostri pensieri ed emozioni), e si riferiscono alla materia fissa che si produce durante la fase di condensazione come il “corpo”. Per analogia, la natura ha la sua distilleria: il calore del Sole fa evaporare l’acqua della Terra, l’acqua (umidità) sale nelle nuvole e poi piove.
Dal punto di vista dell’alchimia, la distillazione e il principio ermetico “come sopra, così sotto; come sotto, così sopra” significano che noi creiamo e manifestiamo continuamente il nostro mondo e, quindi, la magia è il potere di controllare coscientemente ciò che proiettiamo al di fuori di noi; perciò Gesù Cristo ha detto: “è ciò che esce da un uomo che lo contamina” (Marco 7:15). Quindi, i grandi problemi della Scienza Rosacroce sono la trasmutazione degli elementi, il fissaggio del volatile e la volatilizzazione del fisso.
Insieme alla Cabala, la tradizione ermetica è una delle pietre miliari su cui si basa l’esoterismo moderno. In particolare, il teorema ermetico “come sopra così sotto” sostiene un ragionamento “analogico” su un’ascesa astrologica dell’anima. Questa ascesa astrologica dell’anima attraverso i corpi celesti è descritta nel primo volume degli Hermetica, in particolare, nel trattato chiamato Poimandres. Si possono trovare accenni al concetto di ascesa astrologica dell’anima attraverso i sette antichi corpi astrologici (pianeti) nel mito di Er con cui Platone conclude la sua Repubblica (10:614-10:621), e nel sesto libro del De Re Publica di Cicerone, dove Cicerone descrive la visione in sogno di Scipione (Somnium Scipionis). Inoltre, questo concetto si ritrova nella Cabala poiché l’Albero della Vita cabalistico, ispirato al pitagorismo e al neoplatonismo, mostra un’ascesa attraverso i seguenti livelli di coscienza e corpi astrologici: Malkuth, che corrisponde al pianeta Terra, Yesod, che corrisponde alla Luna, Hod, che corrisponde a Mercurio, Netzach, che corrisponde a Venere, Tiphareth, che corrisponde al Sole, Geburah, che corrisponde a Marte, Chesed, che corrisponde a Giove, Binah, che corrisponde a Saturno, Chokhmah, che corrisponde allo Zodiaco, e, infine, Kether, che corrisponde al “Primo Movimento” o “Primo Turbine” (vedi anche: Kieren Barry, La Qabalah greca: Alphabetical Mysticism and Numerology in the Ancient World, York Beach, ME: Samuel Weiser, 1999).
Figura 1: L’Albero della Vita cabalistico (a sinistra), e l’equivalenza tra l’Albero della Vita cabalistico e la Tetraedro pitagorico (a destra).
In generale, come ha sottolineato Warren Kenton, «il simbolo nei tempi antichi era ciò che il linguaggio tecnologico è per noi. Era la sintesi, in parole o immagini, dei principi alla base di un corpo di conoscenza» (Warren Kenton, Astrology: The Celestial Mirror, Londra: Thames and Hudson, 1994, p. 9). Inoltre, gli esicasti bizantini insegnavano con enfasi che, anche se l’essenza dell’Unità ipercosmica incrementata è diversa dall’essenza del cosmo creato, le energie incrementate dell’Unità ipercosmica pervadono e sostengono il cosmo, per cui sono chiamate la Provvidenza divina, e l’essere umano può partecipare attivamente e ontologicamente alle energie incrementate dell’Unità ipercosmica, sperimentandole così come grazia incrementata.
Queste tesi sono in accordo con le argomentazioni scientifiche presentate in The Unseen Universe, un libro popolare pubblicato anonimamente nel 1875 (terza edizione), e rivelatosi in seguito opera dei fisici matematici scozzesi Balfour Stewart e Peter Guthrie Tait (quest’ultimo amico di una vita del famoso fisico e matematico scozzese James Clerk Maxwell, che formulò la teoria classica della radiazione elettromagnetica, mettendo insieme elettricità, magnetismo e luce come manifestazioni diverse dello stesso fenomeno). In particolare, Stewart e Tait sostengono che c’è una continuità tra il regno visibile e quello invisibile, permettendo di spiegare l’intervento divino con il trasferimento di energia tra i due, e collegando la quarta dimensione con il regno invisibile come segue:
Proprio come i punti sono le terminazioni delle linee, le linee i confini delle superfici, e le superfici i confini delle proporzioni dello spazio di tre dimensioni: così possiamo supporre che la nostra materia (essenzialmente tridimensionale) sia la semplice pelle o il confine di un Invisibile la cui materia ha quattro dimensioni. (Balfour Stewart e Peter Guthrie Tait, The Unseen Universe, terza edizione, New York: Macmillan, 1875, p.220).
L’antico concetto di ascesa celeste è assegnato ai sette corpi celesti che gli antichi mistici e scienziati potevano vedere ad occhi nudi nel cielo notturno. Inoltre, anche nel contesto dell’astrologia moderna, che include Plutone, Nettuno e Urano, tutti i corpi astrologici che sono stati aggiunti alle analisi astrologiche moderne sono visti come le ottave superiori dei sette antichi corpi celesti primari; in particolare, Urano è visto come un’ottava superiore di Mercurio, Plutone è visto come un’ottava superiore di Marte, e Nettuno è visto come un’ottava superiore di Venere. Lungi dal giustificare qualsiasi tipo di approccio superstizioso o fatalistico all’astrologia, la suddetta prospettiva astrologica mistica implica che i sette antichi corpi celesti primari (vale a dire, la Luna, Mercurio, Venere, il Sole, Marte, Giove e Saturno) rappresentano simbolicamente sette stadi di sviluppo spirituale ed è in accordo con il Salmo 19 del re-profeta Davide, in cui leggiamo: «I cieli dichiarano la gloria di Dio; i cieli proclamano l’opera delle sue mani».
Gli alchimisti hanno formulato una propria regola secondo la quale si possono associare i suddetti sette antichi corpi celesti primari (che rappresentano sette stadi di ascensione celeste) ai sette stadi del lavoro alchemico. In particolare, dal punto di vista dell’alchimia, i sette antichi corpi celesti primari corrispondono alle sette fasi del lavoro alchemico come segue:
- Calcinazione: chimicamente, comporta il riscaldamento di una sostanza su una fiamma aperta o in un crogiolo fino a ridurla in cenere, e, psicologicamente, significa l’abbattimento di vecchie forme imperfette, il superamento dell’egoismo, e la distruzione dei propri attaccamenti ai beni materiali. Il corpo celeste che corrisponde alla Calcinazione è Saturno. L’elemento che corrisponde alla Calcinazione è il Fuoco. Il colore che corrisponde alla Calcinazione è il Magenta.
- Dissoluzione: chimicamente, consiste nello sciogliere le ceneri della Calcinazione nell’acqua, e, psicologicamente, significa un’ulteriore rottura delle strutture psicologiche artificiali attraverso un’immersione totale nell’inconscio. Il corpo celeste che corrisponde alla Dissoluzione è Giove. L’elemento che corrisponde alla Dissoluzione è l’Acqua. Il colore che corrisponde alla Dissoluzione è l’Azzurro, il colore caratteristico della Massoneria Simbolica.
- Separazione: chimicamente, si riferisce all’isolamento dei componenti della Dissoluzione per filtrazione e, successivamente, all’eliminazione di qualsiasi materiale non genuino o indegno, mentre, psicologicamente, significa l’eliminazione delle impurità interiori, la “riscoperta” della nostra essenza, e il recupero dell'”oro” visionario. Il corpo celeste che corrisponde alla Separazione è Marte. L’elemento che corrisponde alla Separazione è l’Aria. Il colore che corrisponde alla Separazione è il rosso-arancione.
- Congiunzione: chimicamente consiste nella ricombinazione degli elementi salvati dalla Separazione in una nuova sostanza e, psicologicamente, significa l’unione delle qualità psicologiche femminili con quelle maschili e la ricombinazione delle forze e degli aspetti purificati della nostra psiche in un insieme più armonioso e adeguatamente organizzato. Il corpo celeste che corrisponde alla Congiunzione è Venere. L’elemento che corrisponde alla Congiunzione è la Terra. Il colore che corrisponde alla Congiunzione è il Verde.
- Fermentazione: chimicamente, si riferisce alla crescita di un fermento (batteri) in soluzioni organiche (per esempio, il processo di fermentazione nella vinificazione trasforma il succo d’uva in una bevanda alcolica, e, attraverso la fermentazione, si possono produrre yogurt e formaggio). A livello simbolico, la Fermentazione è preceduta dalla Putrefazione del “figlio” ermafrodita della Congiunzione che risulta nella sua morte e resurrezione ad un nuovo livello di essere, e lo stadio della Fermentazione significa il potenziamento del prodotto della Congiunzione per assicurare la sua sopravvivenza. Psicologicamente, il processo di Fermentazione significa la concentrazione della mente verso un obiettivo elevato, la preghiera intensa, il desiderio di unione mistica con il bene in sé e il risveglio dell’energia psicosomatica. Il corpo celeste che corrisponde a Fermentazione è Mercurio. La sostanza che corrisponde alla Fermentazione è lo Zolfo. Il colore che corrisponde alla Fermentazione è il Turchese.
- Distillazione: chimicamente, consiste nell’ebollizione e condensazione della soluzione fermentata per aumentarne la purezza (come avviene ad esempio nella distillazione dei vini in acquavite), mentre, psicologicamente, significa un’ulteriore purificazione del sé attraverso l’introspezione per liberarsi da passioni e sentimenti irrazionali e per assicurarsi che nessuna impurità derivata dall’ego o dall’io inibisca il completamento del processo alchemico. Il corpo celeste che corrisponde alla Distillazione è la Luna. La sostanza che corrisponde alla Distillazione è il Mercurio. Il colore che corrisponde alla Distillazione è il Blu profondo; questo è il colore caratteristico del Gran Maestro e degli Ufficiali di Gran Loggia nella Massoneria Simbolica.
- Coagulazione: chimicamente, si riferisce alla precipitazione o sublimazione del Fermento purificato dalla Distillazione, e, psichicamente, significa uno stato psicologico caratterizzato da bellezza, integrità e incorruttibilità. Il corpo celeste che corrisponde alla Coagulazione è il Sole. La sostanza che corrisponde a Coagulazione è il Sale. Il colore che corrisponde alla Coagulazione è il Viola; questo è il colore caratteristico del 33° grado (conosciuto come “Sovrano Grande Ispettore Generale”) del Rito Scozzese Antico ed Accettato, e del 97° grado (noto come “Gran Ierofante”) del Rito Antico e Primitivo di Memphis-Misraim.
Tradotto da Ἄτη
*Nicolas Laos è un filosofo e matematico laureato presso l’Università di La Verne, in California. È anche massone (Rito di Memphis e Misraim) e ricercatore affiliato all’Academia Teológica de San Andrés, Messico (Chiesa ortodossa ucraina) e al CASEP presso la Metropolitan University di Londra, mentre svolge contemporaneamente consulenze internazionali nei campi della geopolitica e della diplomazia culturale in associazione con diverse organizzazioni come R-Techno (Mosca) e l’Institute of Maritime and Economic Studies (Londra e Atene).