LA FILOSOFIA OCCULTA E LE ORIGINI DELLA MASSONERIA
di Giuliano Di Bernardo
Il percorso esoterico dell’umanità inizia con l’orfismo in Grecia nel VI secolo a.C., in un’epoca di profonde trasformazioni sociali che si situa tra il crollo delle antiche monarchie e il sorgere degli stati democratici, di cui Atene è l’esempio più eclatante. L’orfismo rappresenta l’anelito alla liberazione dall’oppressione dei regimi oligarchici, il rifugio sacro degli spiriti eletti, una via di perfezionamento morale all’interno di una rigida cosmogonia religiosa. Il dio al centro del culto orfico è Dioniso, venuto dalla Tracia come Orfeo, noto per i suoi patimenti e per la sua morte ingiusta. Gli dèi dell’Olimpo, che avevano glorificato le vecchie aristocrazie guerriere cantate da Omero, perdono sempre più di significato.
L’orfismo si presenta, perciò, come teologia dei misteri di Dioniso. Dall’uccisione di Dioniso scaturisce la scintilla divina che si cela nel corpo dell’uomo, che solo i riti orfici possono liberare, facendola risalire al suo principio eterno. Per gli orfici l’anima (il demone) è di origine divina, mentre il corpo mortale è la sua prigione, una prigione in cui l’anima è precipitata in seguito a una colpa primordiale.
L’espiazione della colpa può avvenire secondo due modalità: la rinascita in altri corpi e le purificazioni rituali. Per espiare la colpa originaria non basta una sola vita, per cui l’anima è costretta a compiere trasmigrazioni di corpo in corpo, in una successione di vite che ritornano in se stesse come in un circolo. È il cerchio della generazione, che gira inesorabilmente come una ruota: la ruota del destino. L’aspirazione più alta degli orfici è di rompere la ruota per poter finalmente ritornare al principio che li ha generati.
La seconda modalità è quella di una vita pura, di ascetismo e di purificazione. In tal modo, si riconosce all’adepto la libertà e possibilità di abbreviare il periodo dell’espiazione, conducendo una vita ispirata ai più alti valori morali e sottoponendosi a cerimonie rituali in un luogo sacro.
L’orfismo esercita un’influenza determinante sulla nascente filosofia, non tanto per la dottrina della reincarnazione, quanto piuttosto per la concezione dualistica dell’uomo. Per la prima volta, l’uomo è inteso come connubio di due principi contrapposti: l’anima immortale e il corpo mortale. Inizia, così, un dualismo che percorrerà tutta la storia del pensiero filosofico fino ai nostri giorni. Senza l’orfismo, non potremmo spiegare Pitagora, Socrate, Platone e tutti i filosofi che a loro si rifanno.
L’orfismo, con la sua cosmogonia e i suoi riti, è la prima società esoterica con pratiche iniziatiche. È esoterica perché i suoi misteri sono rivelati solo a coloro che ne fanno parte. È iniziatica perché vi si accede mediante una cerimonia di morte/resurrezione in cui l’iniziando deve sostenere e superare determinate prove.
L’orfismo esercita una profonda influenza sulla Scuola pitagorica, fondata da Pitagora a Crotone, nella Magna Grecia, intorno al 530 a.C. Anche la Scuola pitagorica, nonostante le sue specificità, è basata sul fondamento esoterico e iniziatico.
Orfeo e Pitagora sono luminose espressioni della nascente filosofia, e danno l’avvio a una tradizione segreta del pensiero umano riservata a pochi eletti, la quale, con la sola eccezione del Medioevo, arriva fino ai nostri giorni.
Nel Medioevo cristiano, infatti, la fede domina la ragione e la religione pervade – soggiogandole – tutte le dimensioni dell’esistenza umana. Bisognerà attendere il Rinascimento, capace di ricollocare l’uomo al centro dell’universo, per consentire alla ragione di riprendersi il ruolo egemone che la filosofia greca le aveva assegnato in tutto lo scibile umano, dalla scienza all’arte.
Mentre questo avviene nell’Europa cristiana, il mondo musulmano, radicalmente trasformato dall’insegnamento di Maometto, si nutre di scuole esoteriche, tra cui prevale il sufismo, che è la ricerca mistica della conoscenza di dio. Le sue dottrine derivano dal Corano, anche se su di esso vi sono state influenze greche, persiane e indù. Ciononostante, l’essenza del sufismo è islamica.
Intanto, l’Occidente cristiano esce dalle nebbie della fede in cui l’aveva relegato il Medioevo… In un periodo molto breve avvengono eventi eclatanti, che cambiano radicalmente non solo le conoscenze dell’universo ma anche lo stesso modo di rapportarsi dell’uomo a dio.
È questa l’epoca delle grandi scoperte geografiche: la scoperta dell’America nel 1492 segna l’inizio di profondi cambiamenti nella politica e nell’economia della vecchia Europa.
Nello stesso anno, gli ebrei sono cacciati dalla Spagna. Inizia, così, una diaspora che accompagnerà questo popolo fino ai nostri giorni.
La stessa concezione del sistema solare è rivoluzionata da Copernico, il quale, contrariamente alle Sacre Scritture, vi mette al centro il Sole e non la Terra. Questo cambiamento di prospettiva non ha solo un valore scientifico ma anche religioso in quanto, togliendo alla Terra il posto centrale nell’universo, il senso dell’uomo, inteso come creatura privilegiata da dio, è fondamentalmente ridimensionato. Col passare dei secoli e con l’acquisizione di nuove conoscenze scientifiche, l’uomo sarà inteso come un prodotto dell’evoluzione naturale.
La rivoluzione astronomica di Copernico annuncia la nascita della scienza nuova, che trova in Galileo il suo più autorevole rappresentante. Dopo Galileo, la ricerca scientifica rompe ogni limite e si diffonde in tutti gli ambiti del sapere, per arrivare alle conoscenze odierne sulle origini della vita e dell’universo.
Tutti questi eventi trovano il loro apice nel ritorno alla concezione dell’uomo proprio alla filosofia greca: l’uomo non è più inteso quale creatura divina ma come un individuo pensante e libero di indagare, senza alcun limite religioso, nelle molteplici dimensioni di ciò che è conoscibile. È l’Umanesimo che bussa alle porte della storia.
Il passaggio dal Medioevo al Rinascimento sembrerebbe di facile comprensione, come hanno finora sostenuto gli storici. Tuttavia, se ci chiediamo se esistono altre ragioni oltre a quelle già palesate e consideriamo alcune ricerche, come quelle svolte a suo tempo dalla storica britannica Frances Yates, allora questo passaggio storico apre ad ulteriori approfondimenti.
Per comprendere appieno le origini del Rinascimento e le sue relazioni col Medioevo, infatti, secondo questa nuova prospettiva, sarebbe necessario gettare luce su ciò che è stata definita “filosofia occulta”. Si tratta di un movimento quasi sconosciuto, anche se i suoi sostenitori sono molto noti. Faccio riferimento, in particolare, a Marsilio Ficino e Pico della Mirandola in Italia, a Francis Bacon, John Dee e William Shakespeare in Inghilterra, ad Albert Dürer e Johannes Reuchlin in Germania. Il filo d’Arianna che ne unifica il pensiero è proprio la filosofia occulta.
Marsilio Ficino e Giovanni Pico della Mirandola sono i fondatori e i divulgatori del movimento noto come “neoplatonismo rinascimentale”, che si ispira alle opere di Platone e dei neoplatonici, oltre a un amalgama di occultismi filosofici arcaici.
In una così vasta letteratura emerse il testo intitolato Corpus Hermeticum, che attrasse l’interesse di entrambi gli studiosi. Attribuito a Ermete Trimegisto, mitico sapiente egiziano, considerato detentore di un’antica sapienza cui si ispirò lo stesso Platone, lo scritto è in realtà databile tra il II ed il III secolo d.C.
All’epoca, tuttavia, si pensava che Ermete Trimegisto fosse vissuto al tempo di Mosé, se non addirittura prima, per cui si reputava che tale testo esprimesse una sacralità pari a quella della “Genesi”.
Il neoplatonismo fiorentino (Ficino e Pico della Mirandola vivevano entrambi alla corte dei Medici a Firenze) ebbe la caratteristica peculiare di rivolgersi alla ricerca di antiche sapienze. Oltre al Corpus Hermeticum, esso si nutrì della “Cabbala”, ritenuta anch’essa una tradizione di antica sapienza con origini mosaiche.
È Pico della Mirandola a introdurre la Cabbala nel neoplatonismo emergente, convinto, da fervente cristiano, che le dottrine ebraiche potessero non solo ampliare la comprensione del cristianesimo, riconducendolo alle antiche verità ebraiche, ma anche confermarne la piena autenticità. Scopo del filosofo è, in definitiva, creare un ponte tra ebraismo e cristianesimo, dimostrandone la continuità. Il modo più valido per farlo consiste nella combinazione cabalistica delle lettere dell’alfabeto ebraico, tramite cui poter provare che Gesù è il nome del Messia, come emergerebbe dal tetragramma sacro.
Questa convinzione di Pico sulla Cabbala è inclusa nelle settantadue Conclusiones cabbalistiche, che egli presenta come conferma della religione cristiana a partire dai fondamenti della sapienza ebraica. Le Conclusiones, a loro volta, fanno parte delle novecento tesi in cui Pico esprime la sua sintesi di tutte le filosofie, che culmina nel celebre discorso sulla dignità dell’uomo (Oratio de hominis dignitate), mediante cui egli esprime la visione rinascimentale dell’uomo e della sua posizione nel mondo.
In riferimento all’ermetismo e alla Cabbala, imbevuti di antiche sapienze anche magiche, l’uomo, di cui si parla nel discorso sulla dignità, è da considerarsi come il “mago” rinascimentale, figura elevata, dotata di poteri d’intervento sul mondo allo scopo di migliorarlo.
In conclusione, la cabbala cristiana è la vera chiave di volta del pensiero rinascimentale, che ha connessioni di estrema rilevanza con la religione. Se si prescinde da essa, difficilmente si potranno comprendere le ragioni “occulte” della Riforma protestante e della Controriforma cattolica. Tra l’una e l’altra, vi sono i Rosacroce.
Nei primi anni del XVII secolo, in Germania inizia a operare la “Confraternita dei Rosacroce”. Il suo manifesto, che propugna la rigenerazione mistica del mondo, è pubblicato nel 1614 anonimo a Kassel ed è intitolato Fama fraternitatis. Questo manifesto racconta la vita di Christian Rosenkreuz, il quale, dopo aver a lungo viaggiato, avrebbe fondato in Germania una confraternita esoterica. Nel 1604, centoventi anni dopo la sua morte, sarebbe stata scoperta la sua tomba che conteneva regole di vita e formule magiche.
Dei Rosacroce si continua a parlare quando, nel 1615, viene pubblicata a Francoforte la Confessio fraternitatis, che annuncia il ritorno della luce persa dopo la caduta di Adamo. L’anno successivo si pubblica a Strasburgo il documento più importante dei Rosacroce, le Nozze alchemiche di Christian Rosenkreuz, di Johann Valentin Andreae, teologo luterano di Tubinga, che descrive la via della salvezza mediante l’estasi e l’illuminazione. L’opera di Andreae attira subito l’attenzione di alchimisti, teosofi, medici, astrologi, che fondano confraternite della rosacroce non solo in Germania ma anche in Francia, Austria, Inghilterra e Paesi Bassi.
La Confraternita dei Rosacroce, apparsa in Germania agli inizi del Seicento, se confrontata con le altre società esoteriche, presenta caratteristiche del tutto particolari. Non v’è dubbio che essa sia esistita. Tuttavia, tranne Andreae che ha firmato un manifesto, su tutti gli altri vi è mistero. Forse, dopo lo scalpore suscitato in tutta Europa e le reazioni della Chiesa cattolica, essi hanno ritenuto opportuno non rivelarsi per paura di persecuzioni.
I manifesti, che i Rosacroce hanno fatto circolare in Europa, esprimono un loro progetto originale o si ispirano a un progetto elaborato da altri? La risposta va ricercata in Inghilterra, in quel movimento di pensiero occulto che ha caratterizzato l’Età elisabettiana. Tutto ha inizio con Pico della Mirandola, il quale introduce nel Rinascimento fiorentino la cabbala cristiana, che mescola con l’ermetismo la magia. Un prete francescano di Venezia, Francesco Giorgi, accetta l’impostazione filosofica di Pico e sviluppa la Cabala in senso cristiano nella sua opera De harmonia mundi totīus cantica tria (1525). Ne esce un progetto capace di rinnovare la teologia cristiana, rimasta ancora legata alla Scolastica medievale e diventata ormai sterile.
Al tempo di Giorgi, infatti, non esisteva ancora una filosofia rosacrociana. La cabbala cristiana elaborata da Giorgi assume questo nome quando viene associata alle correnti elisabettiane e alla rosa dei Tudor, all’imperialismo britannico della scienza di John Dee e al movimento messianico, per unificare gli stati europei contro il potere cattolico-asburgico.
È proprio nel Rinascimento elisabettiano che la filosofia occulta europea si trasforma in “rosacrocianesimo” ed è proprio tale visione a ispirare la Confraternita dei Rosacroce in Germania agli inizi del XVII secolo.
Questo movimento spirituale costituisce una forma di cristianesimo evangelico, sorretto da una filosofia più adeguata della Scolastica: la filosofia occulta. Essa rappresenta una potente forza ideale, legata al cristianesimo ma contrapposta alle forze della reazione, sia cattoliche sia protestanti. In quanto tale, essa è violentemente detestata e perseguitata come diabolica, da sterminare come le streghe.
Le persecuzioni contro i filosofi rinascimentali, che avevano sostenuto la cabbala cristiana e le sue applicazioni occultistiche, trovano l’apice nell’opera del domenicano Martin Mersenne nel 1623, in cui egli sferra un violento attacco al neoplatonismo rinascimentale, citando i filosofi legati a questa visione: Ficino, Pico della Mirandola e, soprattutto, il francescano Giorgi. Quando Mersenne scrive, ormai il Rinascimento elisabettiano si è esaurito. Anche il movimento della rosacroce in Germania è stato annientato. La Controriforma, guidata dai gesuiti, si espande e trionfa in tutta Europa. I filosofi del Rinascimento, da Pico a Ficino, da Giorgi a Reuchlin e Agrippa, da Dee a Bacone, che avevano concepito la nuova filosofia occulta da porre a fondamento del cristianesimo in sostituzione della sterile Scolastica, sono stati definitivamente sconfitti dalla Controriforma. L’Europa ha perso l’occasione di vivere in libertà, senza fanatismo e oppressione.
La Confraternita dei Rosacroce è la prima società esoterica che si ha dopo il Medioevo, espressione dell’Umanesimo rinascimentale. Dopo 150 anni dalla sua scomparsa, però, si manifesta, sempre in Germania, la più potente società esoterica: l’Ordine degli Illuminati, che viene fondato da Adam Weishaupt il 1° maggio del 1776 in Baviera. Il suo scopo dichiarato è quello di far raggiungere ai suoi adepti il più alto grado di moralità e virtù, liberando la mente dai pregiudizi e dalla superstizione, per riformare il mondo sconfiggendo i mali che l’affliggono.
Per quanto riguarda la Massoneria, che allora trionfava in tutta Europa, Weishaupt è convinto che l’Ordine degli Illuminati debba restarne separato, perché i misteri della Massoneria sono troppo puerili e facilmente accessibili ai profani. Conseguentemente, i rituali degli Illuminati devono essere diversi da quelli della Massoneria.
L’Ordine degli Illuminati subisce un imprevedibile sviluppo quando, nel 1780, è ammesso il barone Adolf Franz Friederich Knigge, al quale si affida il compito di perfezionare la visione già delineata da Weishaupt. Knigge, pertanto, apporta all’Ordine importanti modifiche, sia sviluppando alcune idee di Weishaupt sia introducendone di nuove. In particolare, le sue innovazioni consistono: a) nella collaborazione con la Massoneria; b) nell’introduzione di altri Gradi oltre ai tre già previsti; c) nell’abbandono della regola di ammettere solo i giovani particolarmente dotati, per consentire anche l’ammissione di uomini dotati di esperienza; d) nella rinuncia alla polemica politica e religiosa, per concentrarsi nella lotta contro la superstizione e l’ignoranza.
Dopo il 1780, l’Ordine si diffonde rapidamente non solo in Germania ma anche in Austria, Svizzera, Francia, Belgio, Olanda, Danimarca, Svezia, Polonia, Ungheria e Italia. Tra i suoi membri si possono annoverare uomini illustri come il duca Ferdinand di Brunswick, il duca Ernst di Gotha, il duca Karl Albert di Saxe-Weimar, il principe August di Saxe-Gotha, il principe Karl di Hesse, il barone Dalberg, il barone William von Busche, il conte di Saint Germain, il marchese de Costanzo, il filosofo Herder, il poeta Goethe, il compositore Mayr, il pedagogista Pestalozzi. Alla fine del 1784, gli Illuminati erano circa 3.000 ed esprimevano il meglio della società europea dell’epoca.
Tuttavia, quando sembrava che il futuro dell’Ordine fosse saldamente assicurato, comincia il declino. Due sono le cause principali: una interna e l’altra esterna. L’ammissione di Knigge aveva prodotto non solo una radicale innovazione nei principi e nelle relazioni con altri Ordini (la Massoneria, in particolare), ma anche una crescita quantitativa con personaggi illustri. Tutto ciò gli aveva conferito grande autorità e il controllo dell’Ordine. Nei primi tempi, Weishaupt lo aveva lasciato fare, ma quando si accorge che il suo prestigio va scemando sempre di più, reagisce criticando l’operato di Knigge. La polemica tra i due scoppia con violenza e coinvolge i sostenitori delle parti in causa. Poco tempo dopo, Knigge si dimette dall’Ordine e lascia Weishaupt padrone assoluto di esso.
Weishaupt, però, ha poco tempo per gioirne. Il 22 giugno del 1784 il monarca bavarese Carl Theodore emette il suo primo editto contro le società segrete che sono state costituite senza la sua autorizzazione. È chiaro l’intento di colpire la Massoneria. Gli Illuminati esultano perché l’editto non li tocca. Tuttavia, il 2 marzo dell’anno seguente viene emanato un altro editto per colpire specificamente l’Ordine degli Illuminati, considerandolo un ramo della Massoneria. Il 16 agosto del 1787 il duca di Baviera emette il terzo editto, ribadendo tutte le accuse contenute negli editti precedenti con l’elenco delle sanzioni cui gli Illuminati andranno incontro se continueranno a riunirsi. Poco tempo dopo, in tutta Europa, l’Ordine degli Illuminati cessa di esistere. Tutto ciò avviene a causa dell’errore di Knigge di collegare l’Ordine alla Massoneria.
Alla tradizione esoterica dell’umanità, appartiene anche la Massoneria, la quale nasce modernamente il 24 giugno del 1717 a Londra, dove quattro logge formano la Gran Loggia di Londra. Nel 1723, si pubblicano le Costituzioni massoniche, redatte da J. Anderson. Nel 1750 la Massoneria si è già diffusa nei principali paesi del mondo. Oggi rappresenta ancora una delle più importante società esoteriche, anche se comincia a mostrare segni di una crisi che deriva dalle sue difficoltà a comprendere i fattori che stanno realizzando la società globalizzata.
Sulla storia della Massoneria, è facile reperire testi e documenti. Per intendere, invece, il pensiero massonico, rinvio al mio volume Filosofia della Massoneria e della tradizione iniziatica, in cui si potranno trovare risposte rigorose alle domande: che cos’è la Massoneria? Che cosa sono i simboli massonici? Che cos’è la morale massonica? Quali sono le costituzioni massoniche? Quali sono i rapporti fra Massoneria e religione? Qual è il ruolo del misticismo? Come si delineano i rapporti con la Chiesa cattolica?
L’Ordine degli Illuminati e la Massoneria presentano analogie e differenze.
Il confronto può avvenire su piani diversi: a) i principi; b) la divinità; c) il fondamento iniziatico e d) l’organizzazione.
Per quanto riguarda i principi, le differenze non sono sostanziali. Entrambe le società condividono la stessa antropologia filosofica, costituita dalla quintupla <libertà, tolleranza, fratellanza, trascendenza, segreto iniziatico>. Le differenze eventualmente possono sorgere nella loro attuazione storica.
È sul modo d’intendere il divino che nascono le maggiori differenze. Per comprenderle correttamente è necessario riflettere su alcuni aspetti della Massoneria. Innanzi tutto, va detto che la Massoneria autentica è quella rappresentata dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Tutte le altre sono l’attuazione, più o meno deviante, di essa. La Massoneria di cui qui si parla è quella inglese. Rispetto al divino, la Massoneria inglese è stata sempre inequivocabile: il massone deve credere in un Essere Supremo in tutte le sue manifestazioni. Ciò significa che, per entrare in Massoneria, si deve avere una fede religiosa. La Massoneria, pur non essendo una religione, richiede ai suoi adepti di credere in dio in tutti i nomi in cui egli è conosciuto. L’ammissione alla Massoneria, pertanto, è preclusa agli atei. La richiesta di credere in dio percorre tutta la storia della Massoneria inglese. Il dio dei massoni operativi inglesi, preesistenti alla nascita della Massoneria speculativa agli inizi del XVIII secolo, è il dio cristiano. Nelle Costituzioni massoniche di Anderson del 1723, il dio cristiano viene sostituito con l’Essere Supremo, inteso come l’intersezione di tutte le divinità possibili (deismo). Nel 1985, la Massoneria inglese ribadisce, con la Dichiarazione su Massoneria e religione, che non si può essere massoni se non si crede in dio. Il requisito di credere in dio trova evidente espressione nel rituale Emulation e nel rituale dell’Arco Reale, che rappresenta il livello più alto della via iniziatica inglese. Il massone assume obblighi giurando sul Libro sacro della propria religione (la Bibbia, il Corano e altri). L’universalità della Massoneria è limitata a tutti coloro che hanno una fede religiosa. In definitiva, la Massoneria inglese rifiuta ogni forma di materialismo ateistico.
L’Ordine degli Illuminati si differenzia profondamente dalla Massoneria proprio per il modo d’intendere il rapporto con la divinità. Per la Massoneria, tale rapporto è imprescindibile mentre per gli Illuminati può anche non esservi. Ne consegue che gli Illuminati, a differenza dei massoni, possono condividere tutte le concezioni della vita, da quelle religiose a quelle basate sull’ateismo. L’universalità dell’Ordine è, perciò, illimitata. Possono farne parte uomini di qualità indipendentemente dal genere, dal colore della pelle, dalla religione, dalla lingua e dalla cultura. Qui si coglie un’altra importante differenza: mentre in Massoneria le donne sono escluse, nell’Ordine degli Illuminati sono ammesse alla stessa condizione degli uomini.
Per quanto riguarda il fondamento esoterico, fra Massoneria e Ordine degli Illuminati non vi sono differenze: entrambe sono gli eredi degli antichi misteri orfici e pitagorici e dell’Ordine dei Rosacroce. Le differenze, rispetto al presente, possono riguardare i simboli, i rituali e le cerimonie.
La struttura organizzativa della Massoneria e dell’Ordine degli Illuminati presenta differenze fondamentali, che nascono dopo la Seconda guerra mondiale. In tutte le società iniziatiche, l’autorità è piramidale nel senso che scende dall’alto verso il basso. Solo colui che è al vertice della piramide ha la conoscenza completa dei misteri, che saranno svelati agli adepti secondo un itinerario di perfezionamento, che si realizza nel passaggio da un grado inferiore a quelli superiori. Le società che si ispirano al fondamento esoterico e iniziatico ne accettano la struttura (piramidale nel senso descritto), la metodologia (il perfezionamento) e le finalità (il miglioramento etico dell’uomo). Così è stato per la Massoneria e l’Ordine degli Illuminati di Baviera. La Massoneria, infatti, nei suoi esordi moderni, presenta proprio queste caratteristiche, che provengono non solo dalla Massoneria operativa (precedente al 1717), ma anche e soprattutto dalla filosofia occulta di cui ho parlato a proposito dei Rosacroce. La filosofia occulta continua per tutto il Seicento e, agli inizi del Settecento, influenza la nascita della Massoneria attraverso autorevoli esponenti della Royal Society (Elias Ashmol, in particolare).
La Massoneria moderna inglese accetta i principi, la metodologia e le finalità delle società esoteriche. Essa è, tuttavia, anche una società di uomini che si propone finalità non iniziatiche, come quelle sociali e culturali. Fin dai suoi esordi, nella Massoneria coesistono due fondamenti: quello iniziatico, costituito da simboli, rituali e cerimonie che si attuano nel Tempio, e quello profano aperto alla società. Il primo è segreto, il secondo è trasparente. Fin dall’inizio, si pone il problema della coesistenza dei due fondamenti e della ricerca di un punto di equilibrio tra di loro.
Nella Massoneria inglese, il problema della coesistenza e dell’equilibrio è solo teorico. La struttura piramidale del fondamento iniziatico si accorda perfettamente con la struttura monarchica della società inglese. In entrambi i casi, l’autorità, iniziatica e profana, discende dall’alto. Tale equilibrio sarà ulteriormente rafforzato quando il re è anche Gran Maestro della Massoneria. L’identità fra i due fondamenti nella Massoneria inglese si mantiene ancora oggi.
Nelle altre Massonerie, l’identità fra le due piramidi, con il decorrere del tempo, si è rotta, con la conseguenza che, mentre la piramide iniziatica è rimasta ferma, quella profana si è rovesciata, creando una profonda contraddizione. Le cause che hanno prodotto il rovesciamento della piramide profana sono molteplici e si spiegano con il passaggio da una concezione monarchica a una concezione democratica della Massoneria. Nella concezione democratica, l’autorità sale dal basso verso l’alto.
La concezione democratica dello stato, introdotta in Massoneria dopo la Seconda guerra mondiale, ha fatto nascere problemi così gravi che possono comprometterne la stessa esistenza. In ogni caso, si viene a determinare una situazione schizofrenica. Si pensi, ad esempio, alla figura del Gran Maestro, che è sia al vertice della piramide iniziatica sia al vertice della piramide profana. Con il rovesciamento della piramide profana, egli si trova in una situazione paradossale: mentre nella piramide iniziatica egli è il titolare della sovranità, nella piramide profana la sovranità appartiene al popolo massonico che lo elegge. La sua figura viene indebolita e si avvia inevitabilmente uno stato di anarchia che mina nelle fondamenta l’edificio massonico.
Quando ci si trova in una situazione simile, non volendo apportare cambiamenti radicali (l’unico e necessario sarebbe il ritorno alle origini moderne), si cerca la soluzione nel depotenziare uno dei due termini della contraddizione. Nel caso specifico, è stata indebolita la piramide iniziatica, con la conseguenza di avviare la profanazione e la contro-iniziazione della Massoneria.
In questo breve scritto, storico e filosofico, ho presentato alcune tappe principali del percorso esoterico e iniziatico dell’umanità. Le società esoteriche qui caratterizzate, pur operando in tempi e luoghi diversi, presentano tutte la stessa struttura formale e la stessa metodologia: un luogo sacro (il Tempio), dove si accede superando prove (l’iniziazione) e ci si perfeziona (il passaggio a livelli superiore), sulla base di un rituale, per acquisire la conoscenza di sé, della società e di dio.
La millenaria tradizione esoterica dell’umanità è sorretta da due pilastri: a) quello che esprime il fondamento assoluto; b) quello che esprime il fondamento storico e contingente. Se il primo è immutabile, il secondo segue la variabilità delle epoche storiche. Per questa ragione un Ordine esoterico deve avere sia una base immutabile, che lo rende identico a tutti gli altri, sia una base storica, che lo differenzia da tutti gli altri e ne rappresenta lo specifico. Diremo, al riguardo, che tutti gli Ordini esoterici, dati nel percorso dell’umanità, sono interpretazioni particolari dello stesso fondamento assoluto.
L’Ordine degli Illuminati e la Massoneria hanno in comune la morale universale. Sono società esoteriche che si propongono il fine di migliorare l’uomo insegnandogli a condurre una vita ispirata ai valori etici.
La definizione tradizionale di Massoneria (che vale anche per l’Ordine degli Illuminati) generalmente accettata è la seguente: “La Massoneria è una concezione dell’uomo (antropologia filosofica) che richiede il perseguimento di finalità etiche orientate dalla trascendenza secondo modalità iniziatiche”. In essa, chiaramente si afferma che la Massoneria è un sistema morale. Di quale morale si parla? Poiché la Massoneria non è una religione, la morale non può essere quella specifica delle religioni. In effetti, essa è una morale universale, costituita da principi e regole che valgono per tutti gli uomini.
2 commenti
In questa ricostruzione vi sono alcuni particolari che mi hanno chiarito alcuni elementi storici e dottrinari; come quello relativo a Francesco Giorgi o l’altro riguardante la posizione e la funzione dei RosaCroce. Ci tornerò sopra. Grazie. prof Mario Caruselli
Grazie Professore, spero di cuore che i Suoi pregevoli sforzi riescano ad aprire quelle finestre arrugginite della storia chiuse ormai da troppo tempo e che, una ventanta di freschezza, ristori le menti umane, incatenate da secoli ai dogmi del passato.
Se tra mille drammi, ingiustizie, torture, roghi il pensiero illuminato dell’uomo è riuscito, comunque, a sopravvivere e a giungere sino ai nostri giorni, noi tutti, che bramiamo la fine di questa asfissia, siamo oggi, più che mai, chiamati ad offrire un contributo, per dovere, ma anche per diritto, affinché il pensiero filosofico diventi realtà tangibile nell’unica forma di sacralità che non pone catene alla logica, alla mente libera di quell’uomo che, auspichiamo, possa finalmente aprire gli occhi alla Luce dell’alba di un nuovo giorno: la Dignità.
La Dignità è il metro con cui tutto dovrebbe essere misurato. Al dì là di tale parametro, l’idea dell’esistenza di un uomo libero dovrebbe risultare impossibile.
Il concreto rispetto della Dignità dev’essere al centro di una nuova realtà, diversamente rimarrebbe solo teoria, una calda speranza nel cuore di pochi, com’è stato per secoli.
Ogni esercito ha le sue armi, la sua guerra, i suoi obiettivi. Auspico che sempre più menti illuminate sentano il bisogno di arruolarsi in questa epocale battaglia, potrebbe essere l’ultima possibilità di vittoria.
Grazie ancora Professore, la Sua semina darà buoni frutti. ❤