di Giuliano Di Bernardo
Sono trascorsi pochi mesi da quando Antonio Seminario ha cominciato a svolgere il suo magistero e si comincia già a intravedere come si attuerà l’estinzione della più nobile e antica società di massoni del nostro paese.
È in atto un gioco al massacro che ha per protagonisti Antonio Seminario, Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Leo Taroni, candidato sconfitto alla Gran Maestranza e il Rito Scozzese Antico e Accettato.
Leo Taroni non ha mai accettato la sua sconfitta. È in attesa del pronunciamento della Corte Centrale del Grande Oriente d’Italia sul suo ricorso avverso all’esito elettorale. È un passaggio necessario richiesto dalla legge dello Stato per poter adire al Tribunale civile. La Corte Centrale, come da me previsto, continua a rinviare il suo pronunciamento per consentire al Gran Maestro di consolidare la sua posizione. In ogni caso, dopo il 21 giugno 2024 (data di convocazione della Corte Centrale), qualunque sia il verdetto sui ricorsi, Leo Taroni si dovrebbe rivolgere al Tribunale civile per chiedere un atto di giustizia.
Fin qui tutto è chiaro: ogni giocatore usa le carte di cui dispone per sconfiggere l’avversario. Io, che sono osservatore esterno di questa triste vicenda, non posso esimermi dal porre la seguente domanda: dove porterà questa lotta fratricida? Teoricamente, le possibili soluzioni sono due. Il Magistrato inquirente potrebbe chiedere all’ex-Gran Maestro Stefano Bisi di restare in carica fino all’emanazione della sentenza che darà ragione a una delle parti in causa. In alternativa, potrebbe imporre, alla guida del Grande Oriente d’Italia, un Commissario esterno. Io penso che il Magistrato scarterà la prima soluzione con la seguente motivazione: il Gran Maestro Bisi avrebbe dovuto tenere una posizione di equidistanza (o di neutralità) nei confronti dei candidati Seminario e Taroni. Poiché egli si è schierato, senza ombra di dubbio, dalla parte di Seminario, non può garantire un governo dell’Ordine che sia rispettoso dei diritti di tutti gli affiliati. Conseguentemente, la scelta del Magistrato cadrà sul Commissario esterno. Tutto ciò ha senso solo se Leo Taroni avrà il coraggio di rivolgersi alla giustizia profana. Si potrebbe dire che finalmente vi sarà giustizia nel Grande Oriente d’Italia. Forse vi sarà giustizia, ma a quale prezzo? Per comprenderlo, si dovrebbe pensare alle inevitabili reazioni delle Obbedienze massoniche straniere. Che cosa faranno nel caso di commissariamento del Grande Oriente d’Italia? Non abbiamo bisogno di spremerci le meningi o di guardare nella magica sfera di cristallo poiché abbiamo sotto gli occhi un caso simile che riguarda la Gran Loggia Nazionale Francese (GLNF). Quando una delle due fazioni in lotta fece ricorso al Magistrato civile che nominò un Commissario esterno, tutte le Gran Logge del mondo tolsero il riconoscimento, a cominciare dalla Gran Loggia Unita d’Inghilterra. Questo sarà il destino del Grande Oriente d’Italia: la perdita dei riconoscimenti internazionali. Come sarebbe il Grande Oriente d’Italia senza i riconoscimenti delle altre Obbedienze massoniche?
In questa situazione esplosiva, interviene il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato, che modifica alcuni articoli del suo Statuto che rendono parzialmente inapplicabile il Protocollo d’Intesa stipulato con il Grande Oriente d’Italia. Uno di questi articoli, che riguarda l’impegno del Rito a prelevare i Maestri esclusivamente dal Grande Oriente d’Italia, è stato modificato per cui si ammette l’iscrizione al Rito Scozzese anche di massoni appartenenti a Comunioni diverse dal Grande Oriente d’Italia. Inoltre, il Rito scozzese ha eliminato dal proprio Statuto gli articoli che prevedevano l’automatico recepimento dei provvedimenti disciplinari irrogati dal Grande Oriente d’Italia nei confronti degli affiliati. È proprio in virtù di questi articoli, recepiti nel Protocollo d’Intesa, che l’ex-Gran Maestro Bisi ha decimato la Giunta del Supremo Consiglio presieduta dal Sovrano Gian Paolo Barbi. Il nuovo Sovrano Giulio Nigro, per evitare che si ripetesse la stessa situazione, ha modificato lo Statuto e ha rivendicato autonomia dal Grande Oriente d’Italia. Tuttavia, così facendo, ha violato il Protocollo d’Intesa e ha permesso al Gran Maestro Seminario di emanare il Decreto che separa i due Corpi massonici. Il Sovrano del Rito Scozzese Nigro ha risposto con una lettera-documento inviata al Gran Maestro Seminario, in cui nega di voler prelevare i Maestri da altre Obbedienze ma ribadisce categoricamente l’autonomia del Rito Scozzese dal Grande Oriente d’Italia. Sarà sufficiente questa lettera per far ritornare il Gran Maestro Seminario sui suoi passi annullando il Decreto? Ne dubito fortemente perché mai il Grande Oriente d’Italia sarà disponibile a concedere al Rito Scozzese l’autonomia richiesta. Infatti, l’accorato appello del Sovrano Nigro al Gran Maestro Seminario è rimasta lettera morta.
La modifica unilaterale degli articoli dello Statuto del Rito Scozzese è scorretta nella forma e foriera di conseguenze conflittuali di una gravità inaudita. È scorretta nella forma poiché ogni modifica deve essere concordata con il Grande Oriente d’Italia. È foriera di conseguenze conflittuali per le seguenti ragioni.
- Il Grande Oriente d’Italia ha emanato il 13 giugno del 2024 un Decreto in cui il punto 1. dell’Articolo Unico recita “Sono sospesi con effetto immediato tutti i rapporti del Grande Oriente d’Italia-Palazzo Giustiniani con il Rito Scozzese Antico e Accettato e per l’effetto non è consentito ai Fratelli Maestri del GOI di aderire al predetto corpo rituale e/o partecipare a qualsivoglia attività rituale e non rituale di esso”.
- Il ritiro del riconoscimento ha separato nettamente il Grande Oriente d’Italia dal Rito Scozzese Antico e Accettato.
- Il Grande Oriente d’Italia non ha più questo Rito Scozzese.
- Questo Rito Scozzese non ha più la base nel Grande Oriente d’Italia costituita dai gradi di Apprendista, Compagno e Maestro.
- I fratelli del Grande Oriente d’Italia che sono anche membri del Rito Scozzese (circa 5.500) dovranno decidere se restare nel Rito Scozzese e quindi uscire dal Grande Oriente d’Italia, oppure restare nel Grande Oriente d’Italia e quindi uscire dal Rito Scozzese. La doppia appartenenza non è più possibile.
Questa è la situazione oggettiva che si è venuta a creare dopo i Decreti emanati dal Grande Oriente d’Italia e dal Rito Scozzese.
Su tale stato di cose che suppongo irreversibile farò alcune riflessioni. Tra i mali che affliggono il Grande Oriente d’Italia, il più grave è quello che riguarda i rapporti con il Rito Scozzese Antico e Accettato. Lo compresi quando fui eletto Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia. Allora io ero membro effettivo del Supremo Consiglio del Rito Scozzese. I due alti ranghi, infatti, esprimevano una profonda contraddizione. Il Gran Maestro aveva riconosciuto il Rito Scozzese, per cui tutti i Maestri che ne facevano parte (incluso il Sovrano) erano alla sua obbedienza. Ma, quando il Gran Maestro partecipava alle riunioni del Supremo Consiglio, si sottometteva all’obbedienza del Sovrano. Prima o poi la contraddizione sarebbe esplosa. Non potendo modificare una situazione oggettiva preesistente, risolsi la contraddizione soggettivamente dimettendomi dal Rito Scozzese. Fu per me una scelta dolorosa ma necessaria. Il senso del dovere è stato per me sempre prioritario rispetto a tutti gli altri aspetti della vita.
Per ragioni che a me restano incomprensibili, nelle modifiche apportate al Protocollo d’Intesa nel 2010, il Rito Scozzese deliberatamente si è sottomesso completamente all’autorità del Grande Oriente d’Italia. Nel conflitto oggi in corso tra i due Corpi massonici, il Grande Oriente d’Italia si appella proprio a quel Protocollo d’Intesa, per adottare provvedimenti e sanzioni contro il Rito scozzese. Tutto si svolge nell’ordine delle cose precostituito e codificato.
I Decreti del Grande Oriente d’Italia e del Rito Scozzese non sono nati all’improvviso ma sono la conclusione logica di fatti, eventi e atteggiamenti che li hanno preceduti. Io penso che il tutto abbia origine dalla decisione del Sovrano Gian Paolo Barbi di non partecipare alla Gran Loggia del Grande Oriente d’Italia, per esprimere un disagio rispetto all’uso improprio della giustizia massonica. Ricordo che quando divenni membro effettivo del Supremo Consiglio nel 1988, Manlio Cecovini mi disse: “Il Rito Scozzese è l’Università della Massoneria e noi siamo i Guardiani del Grande Oriente d’Italia per evitare sue degenerazioni”. Forse Barbi condivideva questa visione del Rito Scozzese. In ogni caso, egli aveva il diritto di non partecipare alla Gran Loggia e di esprimere il suo dissenso. Tutto si doveva risolvere in un incontro fraterno chiarificatore. Invece, Barbi e alcuni membri della sua Giunta sono stati sospesi dai vertici del Grande Oriente d’Italia.
Per quanto io ricordi, non si è mai verificato nel Grande Oriente d’Italia che il Gran Maestro sospendesse il vertice del Rito Scozzese. Anche se ne aveva la facoltà, non lo ha mai esercitato perché creare uno stato di crisi nel Rito Scozzese avrebbe avuto conseguenze negative anche nel Grande Oriente d’Italia. Contrariamente a quanto mi aspettavo, Barbi ha chinato la testa ed è andato incontro al suo sacrificio. Al suo posto, io avrei immediatamente informato il Sovrano del Rito Scozzese di Washington D.C. chiedendo il suo aiuto, che certamente mi avrebbe dato. Barbi cade e si elegge un nuovo Sovrano che cerca di barcamenarsi in un contesto che diventa sempre più paludoso.
Antonio Seminario viene eletto Gran Maestro ma i contrasti col Rito Scozzese continuano, alimentati dal sospetto e dalla delazioneche rendono inquieta la vita delle Logge. È in questo ambito che si situa la preoccupazione del Sovrano e della Giunta del Rito Scozzese di essere i destinatari di provvedimenti sospensivi da parte dei vertici del Grande Oriente d’Italia. Per evitarla o anticiparla hanno fatto qualcosa che né la ragione né il buon senso avrebbero consigliato: hanno modificato unilateralmente il Protocollo d’Intesa e hanno sospeso l’ex-Gran Maestro Stefano Bisi. È la dichiarazione di guerra. È un colpire al cuore un toscano che già aveva rivelato, nel corso della sua Gran Maestranza, un carattere vendicativo. La reazione del Grande Oriente d’Italia non poteva non esserci ma non doveva essere così dura e categorica.
Dal momento in cui il Decreto del Gran Maestro Seminario è entrato in vigore, il Grande Oriente d’Italia e il Rito Scozzese Antico e Accettato sono due Corpi separati. Il destino che li aspetta dietro l’angolo porterà sofferenze a tutti.
Il Rito Scozzese, per esistere, dovrà essere innestato su un Ordine con i tre gradi di Apprendista, Compagno e Maestro. Lo troverà? Se non lo trova, dovrà crearlo al suo interno imitando il modello in uso nel nostro paese in cui il Sovrano è anche Gran Maestro dell’Ordine. Ricordo che, quando il Rito Scozzese d’Italia si scisse nei Supremi Consigli di Cecovini e di Colao, quello di Cecovini fu riconosciuto dal Supremo Consiglio di Washington D.C. e si innestò sul Grande Oriente d’Italia, mentre quello di Colao (di cui fu successore Fausto Bruni) fu costretto a farsi l’Ordine dei tre gradi al proprio interno. Il Rito Scozzese attuale è riconosciuto dal Supremo Consiglio di Washington D.C., considerato “Madre di tutti i Supremi Consigli del mondo” e dai Supremi Consigli riconosciuti da esso. Il suo problema è quello di mantenere tali riconoscimenti.
Il Grande Oriente d’Italia, dal canto suo, non è in relazione con alcun Rito Scozzese ma ha, tra i suoi affiliati, un certo numero di massoni scozzesi (tutti coloro che abbandoneranno il Rito Scozzese). Che cosa può farne? Lasciarli liberi di aderire al Rito Scozzese di una delle tante Obbedienze in Italia (tranne il Rito Scozzese ex-Grande Oriente d’Italia) oppure costituire un suo Rito Scozzese? La seconda possibilità si può realizzare ma è un percorso impervio, perché questo Rito Scozzese dovrà essere riconosciuto dal Supremo Consiglio di Washington D.C. Quante sono le probabilità che ciò accada?
Nella guerra tra il Grande Oriente d’Italia e l’ex-Rito Scozzese, il Supremo Consiglio di Washington D.C. potrebbe svolgere un ruolo determinante nel senso che, avendo deciso di sostenere l’ex-Rito Scozzese, potrebbe chiedere (e ne ha la facoltà) alle Gran Logge degli Stati Uniti di togliere il riconoscimento al Grande Oriente d’Italia.
Anche la Gran Loggia Unita d’Inghilterra potrebbe ritirare il riconoscimento a causa di errori gravi dell’attuale Gran Maestro. Mi risulta che i vertici del Grande Oriente d’Italia hanno deciso di non partecipare alla Comunicazione Trimestrale della Massoneria inglese per ripicca: poiché la Gran Loggia Unita d’Inghilterra non ha partecipato alla Gran Loggia di Rimini, il Grande Oriente d’Italia non parteciperà alla Gran Loggia di Londra. Se questa notizia è vera (è solo una voce che circola), allora stento a crederci. È mai possibile che il Grande Oriente d’Italia, che ha appena riottenuto il riconoscimento inglese che deve essere ancora perfezionato, si senta alla stessa stregua della Gran Loggia Unita d’Inghilterra con cui fa il braccio di ferro? Il Gran Maestro Seminario avrebbe invece dovuto cogliere questa occasione per farsi ricevere con tutti gli onori. Ne ha proprio tanto bisogno. Comprendo le difficoltà in cui si trova, ma deve capire che, se ci tiene a passare alla storia con un progetto tutto suo, deve eliminare i cattivi consiglieri che lo circondano. Se il Grande Oriente d’Italia perdesse, non solo i riconoscimenti delle Gran Logge degli Stati Uniti, ma anche quella della Gran Loggia Unita d’Inghilterra e delle Gran Logge da essa riconosciute, cosa sarebbe di esso?
Il fatidico 21 giugno è finalmente arrivato. È stato atteso come il giorno del redde rationem. Il cerchio magico di Taroni ha sbandierato ai quattro venti la presentazione di un loro documento che avrebbe potuto costringere il Gran Maestro Seminario alle dimissioni. Dopo l’alba, con trepida attesa, ci si è preparati alla buona novella che avrebbe potuto segnare, finalmente, un primo e autorevole passo verso la giustizia da tanti auspicata. Non l’esplosione di una bomba, ma silenzio … silenzio e poi silenzio vi è stato! I fatti dicono che la Corte Centrale ha chiesto al Comitato Elettorale Nazionale, appositamente convocato, di aprire i plichi contenenti le schede elettorali di alcune Regioni e di fotografarne le relazioni conclusive, sotto i riflettori di una videocamera che ha registrato tutte le operazioni svolte. La Corte Centrale ha ringraziato e ha comunicato di aver rinviato a tempo indeterminato il suo pronunciamento sul ricorso presentato dalla Lista N. 1 di Leo Taroni. È un rinvio “da qui all’eternità”. Quando in autunno se ne comincerà a riparlarne, forse questa lista sarà rappresentata solo da Taroni, da Magno e da qualche altro volenteroso. Leo Taroni ha perso la disfida con Antonio Seminario quando, invece si salire sul destriero nero e focoso per guidare il suo esercito contro l’impostore, è scomparso dalla scena facendosi ricoverare in ospedale per curare un male che lo affligge. Dal suo letto, ha inviato un laconico messaggio ai suoi sostenitori dicendo: “andate in Gran Loggia e voletevi bene”. Ci sono andati ma hanno votato per Seminario come Gran Maestro. In questo processo in cui tutto si dissolve, Taroni è solo una variabile secondaria. È il catalizzatore che favorisce la combustione. Il vero fuoco distruttivo sono i Decreti del Grande Oriente d’Italia e del Rito Scozzese Antico e Accettato che stanno producendo conseguenze di una gravità inaudita. È la fine!
Questa disamina, che ho articolato con immensa tristezza, presenta uno scenario in cui le più importanti forze interne del Grande Oriente d’Italia perseguono lo scopo di distruggere l’avversario, senza rendersi conto che, in realtà, stanno distruggendo la casa dove vivono. Ecco perché parlo di cupio dissolvi. Se fossi Gran Maestro, ma non lo sono, saprei come salvare la casa che mi ha dato i natali massonici nel lontano 1961, quando esisteva un’altra Massoneria e un altro mondo. Per questo io dico, riferendomi al Grande Oriente d’Italia: “Consummatum est”!
1 commento
Buona sera Professor Di Bernardo. Leggo questo articolo di cronaca sui fatti. che affliggono il GOI.
Le dinamiche interne della più grande associazione massonica italiana danno un quadro desolante di una Istituzione che, come Lei insegna, ha dato il via allo sviluppo del nostro Paese in primis l’unità politica e culturale.
Ora però le cose sono cambiate: ed in peggio; la Massoneria ormai in Italia sta diventando la sede dove personaggi tendono a difendere i propri associati da presunte interferenze dello Stato.
Scusi ma se un magistrato chiede l’elenco degli iscritti di una o più logge, non dell’intero GOI, il Gran Maestro ha il dovere di comunicarlo, senza se e senza ma.
Ricordo che in Italia la Massoneria è una associazione culturale e come tale deve sottostare alle leggi dello Stato. La Massoneria nasce all’ interno di Paesi diversi tra di loro e sposa la loro cultura insegnando i valori di libertà ,,fratellanza uguaglianza e l’esoterismo. Penso che il GOI dovrà crearsi un suo ramo scozzese e chi inevitabilmente uscirà costituirà una nuova Obbedienza. Lei insegna che nel passato è già successo con altre realtà non GOI: in quanto ai riconoscimenti internazionali; anche quelli, illustre Professore, sono questioni relativamente importanti visto ciò che sta accadendo con la UGLE.
Con stima