di Giuliano Di Bernardo
Carissimo Leo,
ferme restando le mie considerazioni su di te, che non mutano al primo stormir di foglie, soprattutto in questo momento drammatico per la Massoneria italiana, colpita al cuore dai suoi stessi vertici controiniziatici (impegnati più in operazioni immobiliari che nell’esercizio degli ammaestramenti del Tempio), ho letto con sorpresa la tua invettiva contro di me.
Eppure, mi ero espresso più volte in senso univoco ed inequivocabile, dichiarando espressamente: «Non desidero rientrare tra le Colonne del Grande Oriente d’Italia». Punto. Non vi era pertanto alcun bisogno della tua precisazione di ieri sera.
Ma essa vi è stata. Questo mi spinge a rivolgerti una domanda diretta e precisa: «Chi ha paura di me?». Hai forse tu, Leo, paura di me? Non credo. Oppure c’è qualcun altro che, nel tuo entourage, ha paura di Di Bernardo?
Mi riferiscono – proprio i tuoi – che hai affidato la gestione della tua comunicazione elettorale ad una Agenzia esterna. Di questa Agenzia farebbero parte sia Fratelli sia profani. Mi riferiscono anche che dietro questa Agenzia c’è un Avvocato calabrese che io ho più volte difeso dai nemici, tramite gli articoli di Michele Campostella, sul mio Blog. Ti domando: «Forse questo Avvocato calabrese ha paura di me?». Paura di quello che Di Bernardo rappresenta per tanti Fratelli che hanno in mente la migliore Massoneria calabrese?
Questo Avvocato calabrese ha sofferto immensamente, e a livello familiare, quanto io vado denunciando da anni. E allora? Cosa ha da temere da Di Bernardo?
Carissimo Leo, non è facile fare il Gran Maestro, e tu non lo sei ancora. Ma con la tua dichiarazione di ieri sera hai già commesso un primo passo falso – certo perdonabile – di inesperienza. Hai riferito di considerare ciò che è stato deliberato in una passata Gran Loggia come “intangibile”; permettimi, è come se un Premier si candidasse alla guida del Paese dichiarando di considerare intangibile l’operato legislativo delle Camere che ne hanno preceduto il Governo. Questa, a casa mia, si chiama “continuità”. Hai reso una dichiarazione che neppure il tuo avversario Antonio Seminario (il “Continuatore”) si è mai sognato di pensare. Te ne sei reso conto?
Oppure devo pensare che la tua dichiarazione di ieri, come dire… non sia proprio la tua, ma della Agenzia alla quale ti sei – spero solo per ora, e nella contingenza di queste Elezioni – interamente affidato.
Se fosse così non temere, ci sarebbe modo di recuperare. A patto di continuare a riporre la tua fiducia in chi ha intrapreso con te, e con sincerità, questo tuo percorso. Non per tornaconto personale, non per “studiare da Gran Maestro” durante i tuoi prossimi (eventuali) cinque anni di Mandato, ma perché sinceramente crede nei valori della pulizia, dell’onestà e dell’antimafia.
Forse, a questo punto, c’è da credere che non tutti gli espulsi meritino di rientrare nel Grande Oriente d’Italia. Certo lo meritano il prof. Bonvecchio, Esposito, Fava, Troise, Virdia… i quali sinceramente vogliono il bene del G.O.I., e non il loro piccolo spazio personale nella “stanza dei bottoni”.
Ti saluto con il mio Triplice Fraterno Abbraccio,
Giuliano Di Bernardo